Credito d’imposta sul Ricostruito: ecco la proposta dell’AIRP
A fine Settembre si è svolto a Roma il Convegno “Non chiamatelo rifiuto! Sfide e nuove prospettive per l’economia circolare” organizzato dall’AIRP (Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici), al quale hanno partecipato esponenti delle Istituzioni ed esperti delle politiche ambientali e del settore dell’economia circolare. In quest’occasione è emersa la proposta di un’importante misura di fiscalità ambientale: introdurre un credito di imposta sulla spesa relativa all’acquisto di pneumatici ricostruiti.
Il convegno, moderato dalla giornalista Maria Leitner, è stato aperto dai saluti del Sottosegretario agli Affari Europei Laura Agea. “Mai come oggi – ha sottolineato – le sfide sui temi che riguardano l’economia circolare sono aperte e presenti nel dibattito europeo ed in seno alle istituzioni europee. Nel mio ruolo continuerò a creare ponti e legami tra l’Europa e l’Italia affinché si possano garantire i migliori risultati per la salvaguardia di un bene il cui valore non è quantificabile: l’ambiente”.
Perché la Ricostruzione degli pneumatici è fondamentale per l’ambiente?
Ricostruire un pneumatico rispetto ad utilizzarne uno nuovo comporta una riduzione del 70% delle materie prime utilizzate e un contenimento delle emissioni di CO2 tra il 24% e il 37%.
Nel costo di acquisto di un pneumatico nuovo si stima infatti che circa il 70% del valore sia dovuto alla costruzione della carcassa: il rimanente 30% del valore del pneumatico riguarda la mescola del battistrada, che è destinato ad usurarsi. Ecco spiegato perché ricostruire un pneumatico permette di recuperare la gran parte dei materiali, tramite il riutilizzo della carcassa.
A livello poi di impiego di risorse, per ricostruire un pneumatico c’è bisogno di circa un quinto del greggio necessario per produrne uno nuovo: nel contesta italiano si stimano quindi risparmi annuali di 107 milioni di litri di petrolio e più di 30.000 tonnellate di materie prime strategiche.
Infine, grazie alla ricostruzione si ovvia all’immissione nell’ambiente di circa 26mila tonnellate di pneumatici fuori uso (PFU), quando in Italia già si producono annualmente 380mila tonnellate di pneumatici da smaltire.
Ma perché il tema dell’Economia Circolare sarà sempre più al centro delle politiche dei governi?
Al termine di un lungo percorso culminato nel 2015, la Commissione Europea ha adottato un piano d’azione che intende accelerare la transizione degli Stati membri verso l’economica circolare e nuovi posti di lavoro sostenibili in 4 ambiti (produzione, consumi, gestione dei rifiuti, mercato delle materie prime secondarie), all’interno dei quali rientra anche la Ricostruzione.
A tal proposito, durante il Convegno il Sen. Andrea Ferrazzi (Capogruppo PD in 13° Commissione Ambiente) ha affermato: “Siamo interessati a recepire pienamente il nuovo pacchetto di direttive europee per i rifiuti e per l’economia circolare. Bisogna prendere atto di questa nuova direttiva che definisce criteri stringenti che stabiliscono a livello europeo gli elementi necessari e sufficienti per far sì che un rifiuto possa diventare una risorsa”.
Anche Franco D’Amore (Vicepresidente e Direttore Area Energia I-Com – Istituto per la Competitività), è intervenuto sottolineando come il settore della ricostruzione di pneumatici rappresenti un mercato di nicchia estremamente interessante, perché è un classico esempio di come si può ripensare un prodotto in maniera intelligente e innovativa. “Il settore dei pneumatici ricostruiti in Italia – ha affermato – ha un know-how innovativo che va sempre più incentivato”.
La misura di fiscalità ambientale promossa dall’AIRP consentirebbe dunque di supportare i passi verso questa direzione, introducendo un credito d’imposta nella misura del 20% della spesa relativa all’acquisto di pneumatici ricostruiti; il credito spetterebbe per l’acquisto di un treno di pneumatici ricostruiti per veicoli aziendali, ogni anno.
Vi aggiorneremo appena vi saranno nuovi sviluppi.